Pico Plus “ Memento Ignis Color” ArtBox By Marco

Pico Plus “ Memento Ignis Color” ArtBox By Marco

PRODOTTO ORIGINALE

Questa si chiama Pico “Memento Ignis”.
Anche qui siamo davanti a una Eleaf Pico che smette di essere “solo una Pico” e diventa una piccola tela da tasca. L’idea era quella di far convivere due anime: la calma ipnotica del fumo e la potenza del fuoco, con il tema del teschio non come semplice provocazione, ma come simbolo forte, quasi elegante, di quello che resta e di quello che brucia via.
La base è stata preparata con cura e poi ho iniziato la parte che per me è sempre la più vera: il colore messo a mano, con pigmenti reali, lavorati strato dopo strato con il pennellino. Niente effetti “stampati”: qui la materia si sente, perché le velature si sovrappongono e si inseguono come in un marmo liquido. Da una parte domina un rame caldo, arancio e ambra, attraversato da colate chiare che sembrano fumo denso o nebbia luminosa. Su questo sfondo emergono più teschi in tonalità grigio cenere, con piccoli richiami aranciati che accendono orbite, zigomi e crepe: sono volutamente “vivi” nella resa, come se stessero affiorando dal calore sotto la superficie. È un contrasto che mi piace perché non è piatto: ti dà profondità, ti fa girare la box per capire dove finisce il colore e dove inizia il disegno.
Dall’altra parte, invece, tutto si fa più scuro e teatrale: un nero profondo fa da palcoscenico a una trama dorata che scorre come fiamma o come capelli mossi dal vento. Qui i teschi sono più chiari, quasi gesso e argento, e sembrano galleggiare in un mare notturno di oro e ombra. Lungo i bordi ho voluto aggiungere quella cornice a trama intrecciata in bronzo/oro, tipo ricamo barocco, per chiudere il lavoro come si fa con un quadro: non una semplice decorazione, ma un confine che dà ordine al caos del disegno. E sulla fiancata resta la mia piccola targhetta con firma/seriale, perché ogni pezzo deve portarsi dietro la sua identità.
Dopo il colore è arrivato il laser: non per coprire, ma per fissare e scavare i dettagli, dare pulizia alle linee e far uscire il rilievo dove serve. Il passaggio laser qui è fondamentale perché rende stabile il lavoro e soprattutto amplifica quella sensazione di tridimensionalità che vedi nelle orbite, nei denti, nelle sfumature del fumo. Poi, come sempre, rifinitura e lucidatura manuale ripetuta, fino a quando la superficie diventa liscia al tatto ma piena di micro-contrasti alla luce. Infine protezione trasparente per tenerla al sicuro dal tempo e dall’uso quotidiano.
Questa “Memento Ignis” è uno di quei lavori che mi sono goduto lentamente: volevo che fosse intensa ma non pesante, cupa ma con una bellezza calda dentro. Ci ho messo testa e pancia insieme, cercando quel punto esatto in cui un tema forte come questo non spaventa, ma affascina.
Come ogni pezzo fatto a mano può avere piccolissime imperfezioni: non sono difetti, sono il segno reale del lavoro artigianale e del fatto che un’altra identica non esisterà mai. Se ti piace portarti dietro un oggetto che ha carattere, atmosfera e una storia scritta sopra, questa è una Pico che non passa inosservata.
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