Pico Plus “HexaTide Color” ArtBox By Marco

iPico Plus “HexaTide Color” ArtBox By Marco

PRODOTTO ORIGINALE

Lei adesso si chiama Pico “HexaTide”.
Questa Eleaf Pico nasce come un piccolo classico da battaglia, ma qui cambia pelle completamente e diventa un pezzo da tenere in mano e guardare come fosse un quadro. L’ho voluta trasformare in qualcosa che avesse il respiro del mare e la precisione della geometria: una marea di toni turchesi, petrolio e acqua ghiaccio che si muovono sulla scocca come una patina viva, con sfumature che vanno dal verde profondo al blu più freddo. Sopra questo fondale ho fatto emergere un intreccio di celle esagonali, linee sottili e connessioni quasi “molecolari”, interrotte e riprese da una pioggia di micro-bolle, gocce e sedimentazioni chiare. A seconda di come la luce colpisce il corpo, si vedono zone più luminose che sembrano venire su dal metallo e zone più scure che danno profondità, come se il disegno fosse sospeso tra superficie e interno. Il pattern non resta fermo su un lato: corre e si chiude attorno alla box, seguendo la curvatura del tubo batteria, e arriva fino al tappo, inciso e marchiato con il mio sigillo, perché anche quel dettaglio dovesse far parte del racconto.
La parte a colori è fatta come piace a me: colore vero, messo a mano, con pazienza e pennellino, cercando il punto giusto in cui il pigmento non copre ma esalta. Poi arriva il laser, che non “stampa” soltanto: scava, definisce, pulisce i bordi, mette ordine nella trama e rende stabili le sfumature. È un lavoro di equilibrio continuo tra gesto umano e precisione della macchina. Dopo l’incisione ho rifinito e lucidato più volte per far saltare fuori i contrasti, far respirare il disegno e lasciare quella sensazione di superficie liscia ma piena di micro-vita quando ci passi il dito sopra. Alla fine viene protetta come sempre, perché un pezzo così deve restare bello anche con il tempo e l’uso.
Questa “HexaTide” per me è stata una di quelle lavorazioni nate da tentativi e ripensamenti: volevo un effetto che sembrasse naturale, quasi spontaneo, ma con una struttura nascosta sotto. Non è stata la prima prova, e non mi sono fermato finché non ho visto quell’armonia tra caos e geometria che avevo in testa. È il tipo di box che cambia espressione ogni volta che la guardi da un angolo diverso: ora più tecnica e “chimica”, ora più organica, come un frammento di fondale marino.
Ogni pezzo che faccio è unico e irripetibile, e anche qui può esserci qualche micro-imperfezione: non è un difetto, è la firma del lavoro a mano, la prova che non esiste una seconda identica a questa. Se ti piace l’idea di avere una Pico che non è solo una Pico, ma un oggetto con un’identità vera e una storia dentro, questa è una di quelle che non capitano due volte.
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